Un Traffico di Metalli Preziosi

Pubblicato il 19 novembre 2024 alle ore 12:42

Dopo 11 mesi di Carcere duro, durissimo negli ultimi mesi al San Leonardo di Verona, ridotto a 47 Kg di peso, Aristide fu liberato dalle SS. 

“Il Forca” aveva accettato di “collaborare” con le SS con l’impegno di fornire rapporti informativi su personaggi della Resistenza Veronese, pretendendo da lui incontri periodici.

In realtà, prima di “arrendersi alla collaborazione”, e se pure costretto in Carcere, Aristide aveva intessuto una sua Rete con referenti della Resistenza e della Missioni Reye di cui diremo meglio in un futuro Articolo specifico. In sostanza si trattava di mettere su una rischiosissima attività di Doppio Gioco, quanto piuttosto Triplo gioco visto che anche lo SDI , i Servizi della Repubblica Sociale, pretendevano la loro parte di “collaborazione”.

Ovviamente, questa “collaborazione” si dimostrò ben presto infruttuosa per i Committenti ed Aristide era sempre più “alle strette”.

Ma allora, come fece la Rete a sostenere “Forca” nella gestione del doppio-triplo gioco con le SS ed il SID della Repubblica Sociale alle calcagne, o ancora meglio cosa aveva escogitato il Forca per consentire alla Rete e se stesso di non rischiare nuovamente il Carcere o peggio il Campo di Concentramento?

Per quello che era stato possibile a noi ricostruire, Aristide se l’era cavata facendo leva su quella che è sempre stata, ed ancora è,  la Leva  per eccellenza che tutto può muovere, sempre efficace in ogni tempo ed a tutte le latitudini, il  Danaro.

Aristide fece arricchire il Generale Wilhelm Harster il B.D.S di Verona,   ovvero il Comandante della Polizia di Sicurezza e del Servizio di Sicurezza Tedesco.

Lo avevamo scoperto quasi per caso, solo quando, conservati tra i tanti verbali di indagini che aveva condotto nei confronti della Criminalità economica e Borsaneristi di vario genere, documenti che in una prima fase avevamo tralasciato perché apparentemente poco rappresentativi della vicenda “storico-politica” che stavamo indagando,   avevamo ritrovato un Verbale nel quale era lui, Aristide il “denunciato”.

Era la metà del mese di Settembre del 45’, tra il 18 e 21 Settembre, il Maresciallo Godi della Commissione Investigativa del Comando presso la Corte di Assise Speciale di Verona, raccoglie due distinte denunce da parte di due borsaneristi che hanno nel mirino Aristide per una vicenda che si sarebbe dipanata, anzi che sicuramente si era dipanata, tra Novembre e Dicembre del 1944.

Oggetto della denuncia  era  una Traffico di Metalli, Nikel, Rame ed addirittura Platino, che vedeva come attori principali un sedicente Conte Senni, compratore ricettatore pseudo industriale genovese,  la di lui Segretaria la Sig.na Hoffmann, alcuni compiacenti Agenti della Guardia di Finanza ed altri personaggi minori.

Il Gruppo tra Novembre e Dicembre del 44’, si era incontrato a più riprese ed in formazioni diverse, tra la Trattoria Girelli, il Caffè Cavour ed il Colomba D’oro, un Grande Albergo Veronese a due passi dall’Arena.

I due denuncianti erano, un apparente ordinario Raccoglitore procacciatore di metalli, Marino Bellorio ed un Industriale del Settore, il veronese Luigi Bonner che in virtù della sua attività poteva intercettare notevoli quantità di metalli.

Il Gruppo si era organizzato per condurre in porto l’operazione ma, al momento di concludere, i due Veronesi erano stati arrestati dalle SS. Tutta la Gang dei compratori e collaboratori si scoprirà  essere parte di un Organizzazione facente capo agli Occupanti tedeschi.

Orbene, ma “Tabasso” come era entrato in questa Storia. Ci era entrato, appunto, perchè i due delatori sostenevano come lo stesso “Tabasso”, oggetto della denuncia, a più riprese presente durante gli incontri preparatori, fosse stato visto appartato con la Hoffmann, in un salottino riservato del Colomba D’Oro, ricevere “rotoli di banconote”e che fosse un traditore collaboratore dei Tedeschi.

Ora, secondo la tesi dei denuncianti, se il Tabasso fosse stato di “genuina fede” e non un collaboratore dei nazisti avrebbe dovuto metterli in guardia rispetto ai rischi, anzi, di contro almeno in una circostanza specifica aveva rassicurato il Bonner sulla genuinità del Conte Senni.

Vennero redatti due Verbali distinti, in parte discordanti e contraddittori, nel secondo dei due, addirittura, si dà conto di uno pseudo confronto all’Americana, presenti lo stesso Tabasso e Marcello Fincato – già responsabile dell’inchiesta iniziale su Aristide propedeutica all’assunzione dell’incarico di Comandante del Battaglione Mobile di Polizia Partigiana di Verona. Bene, durante questo “confrontoTabasso aveva tranquillamente ammesso il suo ruolo di “facilitatore” del traffico stesso e della sua stretta frequentazione con la Hoffmann dalla quale, in una circostanza aveva ricevuto del denaro per l’acquisto d’oro per suo conto.

Quello che i due denuncianti non sapevano, e non potevano sapere, che la frequentazione tra Tabasso e la Hoffmann, che non era una SPIA professionista di origine francese come a loro presentata, faceva parte di un’intesa con il Referente ultimo di questo traffico il B.D.S.  di Verona – ovvero il Generale Comandante della Polizia di Sicurezza e del Servizio di Sicurezza Tedesco.

Di questa collaborazione in effetti, avevamo trovato   traccia e riscontro nel Memoriale di Aristide dove egli aveva descritto  come, proprio tramite una “oriunda Spia francese amica del Conte Senni“ fosse stato raccomandato al Generale Wilhelm Harster.

Era evidente  che  Aristide, per reggere la sua azione da Resistente unitamente a quella dei suoi sodali, era riuscito a garantirsi “l’interessata protezione del BDS”. In buona sintesi aveva fatto arricchire Harster tenendo le fila dei rapporti tra i suoi stretti collaboratori con i ricettatori locali di metalli preziosi. Sfruttato un canale di approvvigionamento i mal capitati “borsaneristi” erano stati arrestati da Finanzieri compiacenti.

Volevamo andare a fondo e così eravamo riusciti a rintracciare e contattare il prof. Tonietto Ricercatore di Storia Moderna all’Università di Padova e gran conoscitore della Struttura del SID e della SIPO tedesca comandata appunto da Harster.

Tonietto ci aveva girato un suo saggio specifico così come gli organigrammi del SID in Nord Italia e della SIPO a Verona come da lui recuperati negli Archivi dei Servizi Inglesi al Kew Garden di Londra.

Non fu difficile rintracciare la presunta Hofmann, alias Mariana Hartmann come stretta collaboratrice proprio del BDS.

Come il saggio di Tonietto rilevava, Harster esperto giurista sud tirolese e più ancora uomo dal gran fiuto politico, prima ancora dell’Operazione Sunrise, il fallimentare tentativo di Wolff di trattare la resa con gli Alleati, aveva lui stesso già nell’ottobre del 44’ aperto un canale di trattativa con i servizi angloamericani tramite il Presidente della SNIA Viscosa Franco Marinotti, ma senza successo.  A quel punto, Harster come altri Gerarchi nazisti, aveva pensato bene di irrobustire le proprie finanze in prospettiva di una imminente precipitosa ritirata e di tempi bui per se e la Germania.

In realtà, arrestato e processato, sconterà pochissimi anni ed in un primo momento riuscirà a riciclarsi in un ruolo di alto dirigente pubblico. Successivamente, quando la Germania deciderà di fare meglio i conti con il suo passato verrà riprocessato ed estromesso da ogni incarico pubblico, resta che comunque a differenza di molti suoi colleghi consumerà i suoi giorni finali nel suo letto.

 

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