Cenni biografici
Aristide Tabasso - “Tidino” per i familiari e gli amici più intimi, “il Forca” per i Servizi Segreti e gli ambienti Militari - nasce a Taranto nel febbraio del ‘900 da un Ufficiale piemontese della Regia Marina, Francesco e da Borgongino Maria di nobile famiglia napoletana, confinata a Pantelleria.
Cresce a “Pane e Marina Militare”, il Padre Francesco sarà l’Aiutante di Bandiera di più Comandanti della Piazza Forte di Taranto, la principale base navale Italiana. Vicinissimo alla casa Reale, risulterà uno dei più brillanti Agenti dello Stato Maggiore Italiano per i Servizi all'Estero, tanto da guadagnarsi durante una missione quale Addetto Militare in Corea, Cina e Giappone, la commenda dell'ordine di S. Stanislao dallo Zar di Russia.
Intanto, giovanissimo, Aristide va a studiare a Bari, dove consegue la Licenza di Capitano di Lungo Corso presso il Regio Istituto Nautico “Pitagora” nel febbraio del 1921. Poi si sposta per poco più di 2 anni all’Accademia Navale di Livorno sino al 1924 per assolvere gli Obblighi di Leva.
Sposato con 4 figli, condizionato da una vita incompatibile con un regolare ménage familiare, si separa presto dalla moglie, portando con se il giovanissimo figlio maschio Francesco che diviene, appunto, il “testimone” biografo della Sua vita. Diventa presto Cittadino del Mondo, si divide tra Marocco, Algeria e Tunisia, Sud America ed Africa Orientale e da ultimo in Inghilterra dove coltiva una importante Leason amorosa con Margareth Cawendish che lo introduce fin sulla “porta” di Dowing Street. Negli ultimi anni della sua vita, dal luglio ’44 all’agosto del ’51, a seguire “il soggiorno” nei Carceri Veronesi per mano dei Tedeschi occupanti, si divide tra Roma e Verona. I suoi Archivi personali, i Fondi degli Archivi di Stato Italiani, Inglesi (Kew Gardens) ed Usa (NARA), via via che la documentazione viene declassificata, ci raccontano di un Aristide rilevante protagonista delle vicende italiane dell’immediato dopoguerra.
La sua attività, seguendo un cliché consolidato, si articola e sviluppa su più piani paralleli e distinti, da un lato i ruoli ufficiali di Comandante del Battaglione Mobile di Verona per conto del CNL e del Comando Alleato prima e poi la Direzione di una importante impresa di costruzioni di Grandi Opere Infrastrutturali, dall’altro lo troviamo in versione Anti OZNA condurre Operazioni sul Campo nel Tri-Veneto mantenendo viva una sua Rete d’Intelligence con Alti Dirigenti dell’ala nazionalista del PCI preoccupati dalle infiltrazioni Titine. Nel periodo che va dall’elezione della Costituente del ’46 alle prime elezioni politiche del ’48 risulta infiltrato per incarico del Capo della Polizia Ferrari nell'ECA di Navarra Viggiani così come nella Loggia del Supremo Consiglio Massonico Misto Internazionale con Gran Maestro l’Avv. Augusto Castaldo.
“Su Onda 31 Roma non risponde”, il Libro scritto dal figlio Francesco, ci narra di un Aristide che nel 1935 parte per l’A.O.I. – Africa Orientale Italiana - per Dirigere una Campagna di ricerche minerarie per incarico della S.A.P.I.E. presieduta dal Principe Valerio Borghese. E’ un ennesimo incarico di copertura, in realtà la sua Missione è occuparsi di organizzare una Rete di Contro Spionaggio in Eritrea con base a Massaua, principale base della Marina.
Sarà qui che, insieme all’Ammiraglio Paolo Aloisi, metterà in piedi a danno degli Inglesi Occupanti, una straordinaria Operazione di Contro Spionaggio.
E qui che Aristide Tabasso diventa, in codice, “Il Forca”.